FERROVIA FOGGIA–MANFREDONIA: INFRASTRUTTURA STRATEGICA, NON DA SMANTELLARE

Nota a cura di Massimo Maiorano, componente del Collegio degli Esperti del Presidente della Regione Puglia.

In un tempo in cui si parla ovunque di transizione ecologica, mobilità sostenibile e diritto alla connessione territoriale, l’ipotesi – anche parziale – di dismissione della linea ferroviaria Foggia–Manfredonia, sia pure solo nel tratto urbano, rappresenta una scelta sbagliata, miope e in contrasto con le politiche europee e nazionali sulla mobilità pubblica e collettiva.

La tratta Foggia–Manfredonia è più di un semplice binario: è un collegamento storico, strategico, economico e ambientale, che connette un importante porto industriale, un’area urbana di oltre 50.000 abitanti e altri due porti, commerciale e turistico, un sito archeologico di rilievo nazionale (Siponto) e un territorio dalle enormi potenzialità turistiche con località come Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste, regina del turismo pugliese.
Dismettere, anche solo parzialmente, un’infrastruttura ferroviaria esistente e non realizzare un servizio cadenzato e intermodale, significa arretrare nel tempo, mentre l’Europa e il PNRR ci chiedono di rafforzare e modernizzare il ferro, non sostituirlo con la gomma.

Non è accettabile parlare di “sostenibilità” mentre si demolisce un’infrastruttura ferroviaria esistente, per sostituirla con un sistema su gomma, per quanto moderno possa essere. I sistemi BRT possono affiancare, ma non sostituire il treno. Nessun sistema di bus potrà mai garantire pari capacità di trasporto, riduzione delle emissioni e affidabilità della rotaia.

Va ricordato che la linea doveva già essere elettrificata nel passato e che c’é uno scalo per le merci a Frattarolo e, se opportunamente potenziata e riorganizzata, può divenire un asse ferroviario regionale competitivo, integrato con il trasporto turistico e portuale, valorizzando anche la funzione logistica del porto Alti Fondali e degli altri due porti.

La sospensione del servizio nel 2016 per “scarsa utenza” non è una giustificazione, ma un fallimento della programmazione, che andava corretta con politiche di rilancio con intermodalità, cadenzamento orario, integrazione tariffaria e promozione dell’offerta.
Non si può dichiarare “non sostenibile” ciò che non si è mai realmente voluto rendere sostenibile.

In molte città europee si stanno ripristinando linee ferroviarie dismesse o sottoutilizzate proprio per combattere traffico, inquinamento e frammentazione territoriale. Manfredonia, invece, rischia di inseguire modelli vecchi, sacrificando una delle poche vere infrastrutture strategiche che possiede.

Per queste ragioni, sono del parere che sia indispensabile:
1. Il pieno mantenimento ed elettrificazione della linea Foggia–Manfredonia nella sua interezza, fino al centro urbano;
2. La riattivazione del servizio ferroviario annuale, con un piano di esercizio moderno, cadenzato e integrato;
3. L’utilizzo dei fondi per rilanciare la ferrovia, non per smantellarla;
4. L’apertura di un tavolo tecnico con RFI, Regione Puglia e MIT, che coinvolga anche cittadini, associazioni e comitati locali, per costruire una visione duratura e condivisa della mobilità ferroviaria nel territorio.

Il futuro non è nel bitume, ma nella rotaia. La ferrovia Foggia–Manfredonia non va smantellata. Va rilanciata.

Massimo Maiorano
Componente del Collegio degli Esperti del Presidente della Regione Puglia

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