NOTA STAMPA
A firma di Massimo Maiorano.
Decaro chiede perché ci sono treni ogni 15 minuti tra Roma e Firenze e solo ogni 3-4 ore tra Roma e Bari. La risposta è semplice: servono infrastrutture, non slogan.
Resto sinceramente basito, dal modo con cui l’onorevole Antonio Decaro affronta temi così delicati per il futuro della mobilità nel Mezzogiorno.
La risposta al suo interrogativo – “Perché ci sono treni ogni 15 minuti tra Firenze e Roma e ogni 3-4 ore tra Roma e Bari?” – sta nella differenza tra chi ha investito con lungimiranza in nuove infrastrutture ferroviarie e chi continua a osteggiarle.
Tra Roma e Firenze esiste una linea Alta Velocità dedicata e ci sono quattro binari: due per l’AV ( Treni ad Alta Velocita) e due per i treni passeggeri, regionali e merci. Questo consente una circolazione fluida, ad alta frequenza, e separata tra servizi diversi.
Tra Roma e Bari, invece, viaggiamo ancora su due soli binari, dove circolano più di 250 treni al giorno, tra merci, Intercity, Treni ad Alta Velocità, treni regionali e metropolitani. È evidente che non si possono far transitare treni ogni 15 minuti senza rischiare il collasso della rete.
Non solo: in questa fase si sta finalmente potenziando la linea adriatica e tirrenica con l’obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza e aumentare capacità. Ma per farlo servono nuove infrastrutture, non la cancellazione di quelle esistenti.
Per questo è profondamente sbagliata – e mi permetto di dirlo con chiarezza – la visione di chi, come Decaro, sostiene la rimozione di tratte ferroviarie esistenti in nome di discutibili progetti urbani o pseudo-ecologici. Dove servirebbe rafforzare l’offerta ferroviaria, lui propone di eliminare binari (mi riferisco al nodo di Bari lato nord).
È una contraddizione tecnica e politica, che penalizza i cittadini e favorisce il trasporto su gomma, cioè più traffico, più inquinamento e meno sicurezza.
Noi proponiamo l’esatto contrario: separare il traffico regionale da quello a lunga percorrenza e merci, come prevede la normativa europea (Direttiva 91/440/CEE), realizzando nuove varianti ferroviarie dove necessario e valorizzando l’esistente nei centri urbani.
Solo così potremo garantire più treni per tutti: per chi lavora, studia, trasporta merci o sceglie un’alternativa all’auto. Questa è la vera sostenibilità.