CONCESSIONI BALNEARI
In una nota Massimo Maiorano ha dichiarato: “Il tema delle concessioni balneari è al centro di un dibattito cruciale per il futuro delle nostre coste e del diritto dei cittadini alla libera fruizione delle spiagge. In Italia, una parte significativa del litorale è soggetta a concessioni che, se da un lato offrono servizi e infrastrutture turistiche, dall’altro spesso limitano l’accesso gratuito e libero al mare.
È fondamentale, dunque, che le politiche relative alle concessioni balneari siano orientate a garantire il diritto dei cittadini di accedere liberamente alle spiagge, promuovendo al contempo un quadro normativo chiaro e trasparente. Le regole devono essere tali da premiare chi investe in sostenibilità ambientale, innovazione e qualità dei servizi, assicurando che le concessioni siano assegnate con criteri rigorosi che valorizzino non solo il profitto, ma anche l’interesse collettivo e la tutela dell’ambiente.
In questo contesto, la sostenibilità ambientale diventa un criterio imprescindibile. Le concessioni balneari devono impegnarsi a proteggere l’ecosistema costiero, adottando pratiche che riducano l’impatto ambientale e che preservino la biodiversità marina. L’innovazione, invece, può tradursi in nuovi modelli di gestione delle spiagge, che coniughino accessibilità e servizi di alta qualità, magari sfruttando le tecnologie digitali per migliorare l’esperienza dei bagnanti.
Infine, la qualità deve essere garantita non solo in termini di servizi offerti, ma anche di rispetto dei diritti dei lavoratori e di trasparenza nelle operazioni delle concessioni. Solo così si può creare un modello virtuoso in cui le spiagge tornano ad essere un bene comune, fruibile da tutti, nel rispetto delle normative e delle esigenze ambientali.
Per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge è necessario un cambiamento di paradigma nelle concessioni balneari. Le nuove regole devono premiare chi dimostra un impegno concreto verso la sostenibilità, l’innovazione e la qualità, riconoscendo le spiagge come patrimonio di tutti e non come mero terreno di sfruttamento economico”.